Marta e il drago ladrone

 

C’era una volta, tanto tempo fa, una ragazza di nome Marta, che era una valorosa guerriera. Viveva in un castello con il padre, governatore del regno, e il fratello.

Lì vicino viveva un drago gigantesco che minacciava continuamente il castello e la popolazione. Infatti era attratto dagli oggetti luccicanti e preziosi, che puntualmente rubava. Se qualcuno si opponeva ai suoi desideri veniva arrostito e poi mangiato sul posto.

Nel castello e nel villaggio vigeva il divieto di cantare e suonare dal momento che il drago, spesso addormentato, era molto sensibile a qualsiasi tipo di suono.

Un bel giorno Marta trovò un violino in un armadio della cantina e attratta dallo strumento, dimenticandosi del divieto, provò a suonarlo.

Il drago accorse subito e quando vide che Marta era una guerriera decise di nascondersi in una grotta sotto il castello per studiare un piano d’azione.

Decise così di proporre a Marta un trattato di pace e di invitarla a firmarlo nella sua grotta.

Marco, il fratello di Marta, insospettito e preoccupato decise di seguire la sorella che si era inoltrata nella grotta per andare ad incontrare il drago.

Tuttavia il drago si accorse della sua presenza, lo catturò e lo prese in ostaggio portandolo sulla montagna più alta del regno, in una gabbia sospesa su un ghiacciaio.

Lasciò nella grotta un biglietto per Marta in cui chiedeva, come riscatto per liberare il fratello, di riempire il forziere abbandonato nella grotta con tutte le cose luccicanti del regno: gioielli, pietre preziose, monete d’oro e d’argento.

Il padre di Marta diffuse subito un ordine nel regno: tutti i cittadini avrebbero dovuto consegnare quel che avevano di più prezioso per riempire il forziere, altrimenti suo figlio sarebbe stato mangiato dal drago.

I cittadini, che stimavano il governatore e la sua famiglia, accettarono di buon grado, privandosi di tutto.

Per raggiungere la montagna Marta passò di villaggio in villaggio ma vedendo la povertà che la raccolta dei beni preziosi aveva prodotto si commosse e cominciò a distribuire ai più poveri e bisognosi parte delle ricchezze contenute nel forziere.

Così facendo, giunta alla base della montagna, si accorse che nel forziere non era rimasto più nulla.

Disperata si sedette sul forziere e scoppiò in lacrime.

Ad un tratto, le si avvicinò una vecchina che disse: ”Bella bambina, tu sei stata così generosa con me! Io non ho nulla di prezioso da darti, soltanto questo vecchio saxofono. È un saxofono magico: se un cuore valoroso lo suona, tutti i suoi desideri si avverano”.

Marta ringraziò la vecchietta, prese il saxofono, il forziere vuoto e si mise in cammino.

Dalle rocce della montagna fuoriuscirono mille serpenti velenosi: la bambina cominciò a suonare lo strumento e così tutti i serpenti strisciarono via spaventati. Il saxofono funzionava!

Grazie ad esso Marta riuscì a raggiungere il ghiacciaio evitando le valanghe.

Giunta al ghiacciaio vide il fratello imprigionato in una gabbia.

Il drago sbarrò la strada alla ragazzina che gli consegnò il forziere, che in realtà era vuoto.

Mentre il mostro armeggiava con il forziere per aprirlo, la ragazzina, scivolando sul ghiaccio riuscì ad infilzarlo.

Un bagliore improvviso si levò dal drago che si dissolse lasciando sul ghiaccio un corpo: Marco e Marta si guardarono stupiti quando si accorsero che era la loro mamma, rapita molti anni prima da un vecchio stregone che le aveva fatto un maleficio, trasformandola in un drago.

La mamma si riprese e dopo un po’ riconobbe i suoi figli cresciuti e si commosse.

Marta, asciugandosi le lacrime, chiese alla madre un aiuto per liberare il fratello.

La madre vide che ai suoi piedi c’era la corda con la quale lo stregone l’aveva legata, prima di trasformarla in drago.

La prese e la lanciò alla figlia, che a sua volta la passò a Marco. In questo modo Marta riuscì ad arrampicarsi fino alla gabbia e, suonando il saxofono magico, ad aprirla.

I due fratelli scesero dalla gabbia e corsero ad abbracciare la madre.

Lo stregone, che aveva saputo dello scioglimento dell’incantesimo, grazie alla sua sfera magica, accorse sul posto.

Marta riuscì a bloccarlo suonando il saxofono mentre Marco e la mamma lo legavano.

Lo stregone, privato dei suoi strumenti magici, fu rinchiuso nella gabbia in cui era stato imprigionato Marco.

Il mantello dello stregone all’occorrenza poteva diventare un tappeto volante che i tre utilizzarono ben volentieri per tornarsene a casa.

Prima di tornare a casa però fecero tappa nella grotta in cui il drago custodiva la refurtiva: la mamma infatti si ricordava benissimo dov’era.

Grazie a tutte le ricchezze recuperate nel regno ritornò la prosperità.

 E VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI